Conversazione con Moiz Palaci e Renata Angelini
Gli Yoga Sutra di Patanjali sono il testo di riferimento del Raja Yoga, o Yoga Regale. Da millenni accompagnano i praticanti nel loro percorso, a qualunque scuola o tradizione appartengano.
Moiz Palaci e Renata Angelini, allievi diretti di Gerard Blitz e Vimala Thakar, sono fondatori dell’Associazione Italiana di Raja Yoga e ne hanno curato una traduzione italiana. Ci accompagneranno in una introduzione al testo e in un approfondimento del significato più profondo di Asana nel percorso di trasformazione interiore chiamato Yoga.
Moiz Palaci e Renata Angelini, allievi diretti di Gerard Blitz e Vimala Thakar, sono fondatori dell’Associazione Italiana di Raja Yoga e ne hanno curato una traduzione italiana. Ci accompagneranno in una introduzione al testo e in un approfondimento del significato più profondo di Asana nel percorso di trasformazione interiore chiamato Yoga.
Partecipazione libera previa prenotazione scrivendo a Spazioanam@gmail.com
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“È importante comprendere che col termine Yoga si intende fare riferimento a uno stato interiore, a un modo d’essere, piuttosto che a tecniche o posture del corpo che il praticante debba in qualche modo copiare.
La nostra attività mentale quotidiana, così come la nostra coscienza ordinaria, è in buona parte occupata da pensieri dedicati al passato e al futuro. Di conseguenza, impegnati come siamo nel ricordare esperienze ed eventi o nel proiettarci verso il futuro, prossimo o lontano che sia, rischiamo di non concedere uno “spazio” adeguato al momento presente.
La sfida che sta al cuore della pratica del Raja Yoga è proprio quella di conferire realtà al presente, di imparare a procedere tenendo conto di “ciò che è”, di ciò che accade di momento in momento.
Asana è l’inizio del percorso. Il termine sanscrito “asana” viene solitamente tradotto con “postura” o “posizione”.
In senso più letterale asana significa “essere così”, non tanto in riferimento alla forma esteriore, alla postura intesa come semplice posizione del corpo, ma piuttosto al modo con cui la postura è da noi abitata, vissuta. Nello Yoga, il corpo è parte indissociabile dalla propria presa di coscienza.
Di conseguenza possiamo dire che non è il movimento in sé, per quanto gratificante, a liberare, quanto la capacità di ascolto che lo accompagna. Il nostro corpo riflette sempre, in modo tangibile, la nostra organizzazione interiore e le nostre capacità di consapevolezza.
Il movimento e le posture rendono manifesta l’esistenza nel nostro corpo di zone chiare, quelle che leggiamo senza difficoltà, e di zone oscure, che non riusciamo a raggiungere facilmente mediante un’indagine cosciente. Di norma, tendiamo a muoverci e praticare utilizzando prevalentemente le nostre parti chiare, ignorando o utilizzando solo in parte le aree corporali che avvertiamo con fatica o che non arriviamo più a localizzare.
Uno dei primi compiti di Asana è dunque quello di rendere evidenti gli effetti della consapevolezza sulla nostra struttura nervosa e muscolare, consentendoci inoltre di osservare come tali effetti si organizzino in modi differenti in relazione al livello di ascolto in atto.” (Moiz Palaci & Renata Angelini https://www.rajayogaitalia.it/la-via-dello-yoga/)