Origini, Pratiche e Benefici
La meditazione accompagna l’umanità da millenni come strumento di ricerca interiore, cura di sé e connessione con il mondo. Oggi, sempre più persone si avvicinano a questa pratica, attratte tanto dai suoi effetti sul benessere psicofisico quanto dal suo valore spirituale e filosofico.
Con questo articolo inauguriamo una serie di tredici appuntamenti dedicati alla meditazione, che Spazio Anam offre ai suoi amici e praticanti. Non usciranno a cadenza regolare, ma arriveranno con la certezza di accompagnarvi passo dopo passo in un percorso di scoperta.
Si tratta di un viaggio approfondito, frutto dell’esperienza diretta dei nostri insegnanti, pensato per chi desidera avvicinarsi a questa antica e straordinaria pratica. Il nostro obiettivo è aiutare a sciogliere dubbi, chiarire incertezze e fornire strumenti concreti per iniziare o approfondire il proprio cammino interiore.
E se senti che è il momento di passare dalla teoria alla pratica, visita la nostra pagina dedicata ai corsi di meditazione e trova quello più adatto a te.
Cos’è la Meditazione?
Non esiste una definizione univoca, ma possiamo avvicinarci attraverso le parole di maestri spirituali come Vimala Thakar, che la descrive come «l’arte di essere totalmente presenti in ogni momento, con tutto il tuo essere», o come «il silenzio che nasce quando la mente cessa di cercare, di volere, di desiderare». Jon Kabat-Zinn la paragona al mare: in superficie le onde possono essere agitate, ma pochi metri sotto regna una calma profonda. La meditazione ci aiuta a scendere in quella profondità.
L’etimologia della parola può aiutarci a comprendere meglio il suo significato:
- Meditare deriva dal verbo latino meditari: attività mentale intensa, riflessione, osservazione o allenamento della mente; a sua volta collegato al verbo mederi: «curare» o «occuparsi di» qualcosa con cura e attenzione.
L’etimologia latina comprende quindi sia l’idea di cura interiore (prendersi cura della propria mente e del proprio spirito) sia quella di riflessione profonda (esplorare i propri pensieri, emozioni e la natura della realtà).
Il termine sanscrito per meditazione è Dhyana, da cui Jhana in lingua Pali e le parole cinesi e giapponesi Chan e Zen. Deriva dalla radice verbale dhyai (ध्यै), che significa «immergersi profondamente».
Il prefisso dhi (धी) indica “intelligenza”, “saggezza” o “discernimento”, ed è collegato alla radice verbale dyut, che significa «brillare» o «risplendere» (la stessa radice da cui derivano parole come “Dio” o “Dei”).
L’etimologia sanscrita evidenzia quindi la meditazione come un’immersione profonda nella saggezza e nella capacità di discernimento che porta all’illuminazione.
A partire da queste considerazioni, possiamo dare una prima, seppur parziale, definizione: la meditazione è un’intensa osservazione di sé stessi, intenzionale e consapevole, che innesca un profondo processo di cambiamento interiore, portando a uno stato di maggiore consapevolezza e benessere.

Le origini e le prime testimonianze
Ci piace pensare allo stupore e allo smarrimento dei primi esseri umani di fronte ai profondi misteri della realtà e all’origine dell’universo. Da dove proveniamo? Qual è il significato della nostra esistenza? Perché soffriamo? Hanno compreso che non ci sono risposte definitive, ma che è solo possibile contemplare le domande stesse, e che questa contemplazione può alleviare l’angoscia creando un legame con gli altri esseri umani e con il cosmo.
Stupefacente e commovente a questo proposito è uno dei più antichi inni dei Veda, che raccoglie una tradizione orale che si perde nella notte dei tempi:
«All’inizio, non vi era Essere né Non-Essere. Non vi era l’aria, né ancora il cielo al di là. Che cosa lo avvolgeva? Dove? Chi lo proteggeva? C’era l’acqua, insondabile, profonda? (…)
Chi lo sa veramente? Chi può dichiararlo? Da dove è nata la creazione? Da dove viene? Gli Dei sono venuti dopo, con la creazione di questo mondo. Dunque, chi sa da dove è sorto? Da dove questa creazione sia sorta, se Lui l’ha fondata oppure no: Lui che la sorveglia nel più alto dei cieli, Lui solo lo sa, o forse non lo sa.»
— Nasadiya Sukta (Rigveda 10.129)
Tracce archeologiche, come i sigilli della civiltà della Valle dell’Indo (3300 a.C.), raffigurano figure in posture meditative simili allo yoga.
Col tempo, pratiche meditative si sono diffuse in tutte le tradizioni: nelle culture sciamaniche, nell’induismo e nel buddhismo (Vipassana, Zazen), nel taoismo (Qigong, Neidan), nel sufismo (Dhikr), nelle correnti cristiane (lectio divina, preghiera contemplativa), nella filosofia greca – in particolare tra Stoici e Neoplatonici.

Approcci e prospettive
Oggi, la meditazione è praticata da centinaia di milioni di persone in tutto il mondo per motivi sia spirituali che di miglioramento del benessere fisico e mentale. In passato legata a tradizioni spirituali, oggi è utilizzata anche in contesti laici come scuole e aziende.
Ricerche indicano che negli Stati Uniti il numero di meditatori è triplicato dal 2012 al 2017, con circa il 14-18% della popolazione che medita regolarmente.[1]
La meditazione oggi assume molte forme, a seconda degli obiettivi e delle tradizioni di riferimento. Ecco alcune delle pratiche più comuni:
- Meditazione mindfulness: Derivata dalla tradizione buddhista, la mindfulness è una delle forme più popolari. Si concentra sull’osservazione del momento presente, senza giudizio. È ampiamente utilizzata per ridurre lo stress, migliorare la concentrazione e gestire l’ansia.
- Meditazione trascendentale (TM): Tecnica basata sulla ripetizione silenziosa di un mantra, introdotta da Maharishi Mahesh Yogi negli anni ’60. È praticata da milioni di persone in tutto il mondo e spesso associata a benefici per la salute mentale e fisica.
- Meditazione Vipassana: Pratica antica del Buddhismo Theravada, che enfatizza l’osservazione delle sensazioni fisiche e mentali per sviluppare la consapevolezza. Vipassana è spesso insegnata in corsi residenziali di 10 giorni.
- Meditazione Zazen: Pratica meditativa centrale del Buddhismo Zen, scuola del Buddhismo Mahayana sviluppatasi in Cina (dove è chiamata Chan) e poi diffusasi in Giappone, Corea e Vietnam.
- Meditazione guidata: Utilizzata soprattutto dai principianti, prevede l’ascolto di una guida (live o registrata) che conduce la persona attraverso visualizzazioni, respirazioni o riflessioni.
- Yoga: Lo Yoga, almeno nella sua forma classica, è a tutti gli effetti una pratica meditativa che coinvolge tutti gli aspetti dell’esistenza: la relazione con gli altri e noi stessi (Yama e Niyama), la relazione con il corpo, il respiro e il sistema percettivo (Asana, Pranayama, Pratyahara), e la relazione con la mente e la coscienza (Dharana, Dhyana, Samadhi).
- Meditazione cristiana e contemplativa: Nelle tradizioni cristiane, la meditazione si concentra sulla preghiera contemplativa, come l’esicasmo o la Lectio Divina.
- Meditazione per scopi terapeutici: La meditazione è sempre più integrata in terapie psicologiche, come la Terapia Cognitiva Basata sulla Mindfulness (MBCT) per la depressione o la gestione del dolore cronico.
[1] Fonte National Health Interview Survey (NHIS), un’ampia indagine condotta dal National Center for Health Statistics (NCHS), che fa parte dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) statunitensi. Titolo dello studio Use of Yoga, Meditation, and Chiropractors Among U.S. Adults Aged 18 and Over” Autori: Tainya C. Clarke, Patricia M. Barnes, Lindsey I. Black, Barbara J. Stussman, and Richard L. Nahin. (novembre 2018)

Benefici riconosciuti
Quale che sia l’approccio seguito, possiamo riscontrare alcune costanti:
- Osservazione non giudicante di sé: La meditazione richiede attenzione ai propri pensieri ed emozioni, aumentando la consapevolezza di schemi mentali e reazioni emotive.
- Cambiamento interiore: Una pratica costante porta a un profondo cambiamento interiore, liberando dalle paure e dai condizionamenti.
- Aumento della consapevolezza: La meditazione promuove la consapevolezza, permettendo di essere presenti senza essere sopraffatti da pensieri o emozioni.
- Benessere interiore: Questo processo porta a un benessere stabile, riducendo stress e ansia, e favorendo una connessione profonda con se stessi.
Numerose ricerche scientifiche confermano gli effetti positivi della meditazione:
- Riduzione di stress e ansia
- Miglioramento della concentrazione e della memoria
- Maggiore consapevolezza emotiva
- Sostegno nella gestione del dolore
- Migliore qualità del sonno
- Rafforzamento del sistema immunitario

La Meditazione è un cammino personale e un bisogno naturale
La meditazione avviene naturalmente quando riconosciamo e diamo ascolto al bisogno di sederci in silenzio e stabilire un contatto profondo con noi stessi.
Non richiede guru o dogmi assoluti, ma la disponibilità a esplorare sé stessi, in un percorso di trasformazione e apertura verso gli altri.
È tuttavia importante essere accompagnati da qualcuno più esperto, che ha già percorso le nostre tappe.
Nel prossimo articolo cominceremo a presentare le basi della pratica, ovvero “il lasciar andare”.
Con le parole di Chuang Tzu:
«Quando lascio andare ciò che sono, divento ciò che potrei essere.»









